Catherine Deneuve a TPI: “Non mi sono mai sentita una diva. Il futuro? Non sono ottimista, il clima non è dei migliori”

La grande attrice francese è arrivata al Taormina Film Festival per presentare il suo ultimo film, "Spirit World" di Eric Khoo
La classe, lo charme e l’allure da grande diva sono quelli di sempre perché Catherine Deneuve, nonostante i suoi ottant’anni, mantiene decisamente intatto il suo fascino. Occhiali leggermente ambrati, caftano colorato e ballerine ai piedi che le lasciano scoperte caviglie sottili su cui spicca un piccolo tatuaggio, fatto per coprire una cicatrice, la grande attrice francese è arrivata al Taormina Film Festival per presentare il suo ultimo film, Spirit World di Eric Khoo (nelle sale dal 26 giugno) una storia molto spirituale, ultraterrena in cui c’è un dialogo fra anime. Catherine Deneuve, che ieri sera al Teatro Antico ha ricevuto il premio alla carriera, dopo aver chiarito con molta chiarezza quello di cui non vuole parlare: la vita privata, il suo rapporto con Marcello Matroianni, la condanna a Gerard Depardieu, racconta il grande piacere che ha provato ad interpretare questo film che l’ha portata a recitare in Giappone un paese che ama tantissimo, per un mese intero. “È una storia di fantasmi, che si lega alla tradizione ipponica della festa delle lanterne, e parla di anime che si mettono in contatto e di speranza. Chi vede il film si sente più sereno.”
Interpreta una cantante lirica che ha un grande rimpianto quello di non essere riuscita a conciliare la carriera con il lavoro. Lei è riuscita a farlo?
“Assolutamente si. E per me non è stato un sacrificio. Ho sempre separato il lavoro dal mio privato, in maniera piuttosto naturale, non mi sono mai portata il lavoro a casa. Per questo ho detto tanti no. Ma non ho rimpianti. Sono una nonna, e una mamma presente”.
Al suo nome spesso si associa la parola Diva.
“Ma io non mi sono mai sentita una diva. È una parola che fa pensare ad una persona capricciosa, egoista e soprattutto sola, cosa che non sono mai stata, ho sempre avuto la famiglia intorno a me. Così come non mi piace quando mi dicono che nel passato sono stata un sex symbol. Non mi sono mai sentita tale, né ho mai approcciato questa professione sfruttando la mia immagine. Mi sono evoluta nel cinema e nella vita come tutte le donne”.
È anche vero che oggi ancora più di ieri il corpo è molto importante nella carriera dell’attrice e i ruoli scarseggiano sempre di più con l’età.
“Questo credo che succeda molto più nel cinema americano che in quello europeo. Io continuo a lavorare come prima, certo i ruoli sono cambiati oggi faccio più nonne come personaggi, magari quelle che hanno una vita sociale più attiva,che hanno un compagno, non solo quelle che fanno marmellate”.
È cambiato proprio il mestiere dell’attore.
“Completamente. penso che fra dieci anni si lavorerà solo con il green screen dietro, interagendo con il nulla, le voci saranno create dall’intelligenza artificiale e anche il doppiaggio, che già rende il tutto più asettico. Tutto questo renderà l’interpretazione senza vita, senza emozione. I film devono avere la lingua, la cultura, l’espressione dell’uomo che la interpreta. È questa la potenza del cinema”.
Ha rimpianti?
“Ne ho alcuni, ma non ne parlo in pubblico. Forse per questa mia riservatezza, per il fatto che non mi piace dare troppa confidenza a persone che non conosco, mi dipingono come una donna fredda e distaccata. Ma va bene così.”
Come vede il futuro?
“Non sono molto ottimista il clima non è dei migliori. Ma non voglio essere una di quelle persone che guarda al passato con nostalgia. Per questo vivere immersa nel presente.”